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al testo di Carlo Rossi
Il Pane di Tutti i Giorni
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Il pane di tutti i giorni Non manca mai il pane Di tutti i giorni E non finisco mai Di rendere grazie. Il mio pane di gioia Come un cielo stellato Ti guarda incantato Davanti al creato. Il mio pane mi fa sentire Un uomo fortunato Un pane sacro Sin da quando sono nato. Grazie a questo pane e alla sua acqua Alla buona farina Ti abbraccio ogni mattina. E’ un pane buono come l’uomo che sono E capisco i tuoi capricci Mentre gli occhi ti stropicci. Ma se sento il profumo Che proviene dal forno Ringrazio il mio Dio Perché lo sento intorno.
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Nando
- 25/02/2015 23:02:00
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Come è più buono il pane! Umile e impastato e cotto per tutti, senza settarismi o creazioni artificiose di élite. Comè più buono il pane! Fatto "Uno" da acqua e farina, seppure impastato e cotto in forme diverse. L"Uno" che non confonde i molti, non li esclude e non li opprime, ma li rende ciò che sono: proprio come lacqua e la farine nelle forme del pane! Solo quando si espande in modo abnorme lio, allora questi avverte il bisogno di essere Dio! Comè più buono il pane della poesia! Il primo è per il bisogno degli affamati, la seconda per chi ha già pranzato almeno una volta!
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Lorenzo Mullon
- 25/02/2015 10:42:00
[ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]
evviva il pane di tutti i giorni ! è una grande conquista la gioia bisogna essere immersi nel caos creativo aver superato la paura il timore che ci spinge alla ricerca di un ordine "Uno" perché il pane di tutti i giorni ha ogni giorno un profumo nuovo e diverso e ci sono infiniti sapori nel pane infiniti modi per prepararlo
quando riusciremo ad entrare in questa libertà solo allora la porta delle percezioni si aprirà sulla meraviglia
la poesia è di tutti ma non è per tutti bisogna avere coraggio altrimenti si fa solo estetica
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Cristina Bizzarri
- 25/02/2015 10:37:00
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Semplice e vera come il pane. Personalmente la rima "ricci - capricci" la trovo riduttiva del senso del testo. Ma è mio gusto personale e volevo comunicartelo.
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